Passa ai contenuti principali

A chi appartieni?

La Ministerialità, la mia vita



Oggi percorriamo un sentiero sconosciuto per molti o frequentato da molti ma mai approfondito: 
La Ministerialità.
La domanda che caratterizza qualche anziano del sud Italia, incuriosito alla vista di una persona nuova,mai "respirata" prima, è: a chi appartieni?
Penso che l'emblema del mio libro consista proprio in questo interrogativo. Io appartengo a questo avvenimento, all'incontro che mi è accaduto, sono di quello lì che molti anni fa si è fatto sputare e non ha detto niente, flagellare e pazientemente ha amato, crocifiggere e oggi mi ama, domani mi ama, per l'eternità mi vuole felice con sé. 

Il punto fondamentale della vita, secondo me, è essere di un altro, riconoscere uno sguardo che ti fa ricominciare ad ogni istante anche quando sei stanco e svogliato come accade il lunedì mattina.
Sì, il problema è proprio il lunedì mattina, quando dinanzi a te hai tutta la settimana e tutta la tua libertà da arare con alle spalle il giorno di festa.

Attraverso questo libello, edito da Tau Editrice, parlo della mia vita e di come è accaduto per me l'incontro decisivo dal quale poi si sono diramati tanti fatti e momenti di persone alle quali sono grato e con le quali ho la gioia di vivere la vita e gustare ogni cosa. 
Non saprei vedermi diverso da così, non saprei assaporare ogni vicissitudine senza il colore di quegli occhi che ho incontrato, che mi hanno insegnato e mi educano all'infinito.
Grazie alla mia professione di insegnante e quindi di pianista e organista, scorgo come è bello appartenere, annunciare la verità, vivere con gioia il matrimonio e la genitorialità. La bellezza di tutto ciò è che si è in cammino, ci si sporca, ci si scopre sempre perché ogni giorno è una sorpresa da vivere sorprendentemente.

La Ministerialità, una parola che invito a scoprire leggendo il libro, la posso spiegare così: è quell'essere scelti per annunciare e servire.
Siamo abituati a varie forme musicali, le frequentiamo anche ma forse ce n'è una che non è approfondita: la musica per la liturgia. 
Mi occupo, perché scelto, di musica sacra e liturgica oltre che di pianismo. Grazie a questa ulteriore forma musicale ho approfondito la fede, non l'ignoto ma un fatto accaduto nella storia e che nessuno, neanche il più ostinato cinico può estirpare, Cristo! 
Attraverso gli studi compiuti grazie alla Conferenza Episcopale Italiana, ho approfondito tutto ciò che caratterizza la musica per la Liturgia, come farla, come renderla accessibile senza banalizzarla. Così come c'è una prassi per una sonata di Beethoven, così esiste una prassi liturgica, così come si devono rispettare delle regole di teoria musicale, è proprio quella teoria musicale insieme a ciò che indicano i libri liturgici che rendono la musica liturgica una forma completa, varia e rispettabile. 
Oso dichiarare una cosa: se per una qualsiasi forma musicale c'è rispetto, dedizione e senso critico, per la musica liturgica ce ne vuole, forse, il doppio. Perché, stando alla presenza di Dio, non ci vuole più impegno ma ci vuole tutto se stessi che è un uscire dalle proprie capacità per riconoscere un altro che ti genera e che ti fa in quel modo, ti sorprende con il tuo "sì". Tutto questo, come ogni cosa, ha bisogno di preparazione. Quindi nel libro sarà bello scorgere capitolo dopo capitolo, le varie vicissitudini degli studi compiuti fra Roma, Assisi e Loreto, i fatti, per arrivare a capire la tradizione, la musica, i nomi e i documenti che hanno reso e rendono ampio e immenso, il panorama della musica sacra e liturgica. Diceva Girolamo Frescobaldi: non senza fatiga si giunge al fin! 
Ricordo con stima e ammirazione i consigli ricevuti dal mio professore di organo al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. Padre Theo Flury mi diceva sempre: Cum grano salis, cioè: tutto deve essere fatto pian piano, con discernimento. Questo mi ha portato ad amare di più ciò che faccio e a conoscere quel panorama così vasto e tanto affascinante quale è la Musica Sacra e Liturgica.
La prefazione de La Ministerialità, la mia vita, è stata curata da Mons. Antonio Parisi, mio professore anch'egli che con sapiente dedizione mi ha condotto ad amare la cantillazione e quindi il sapore della Parola che dà una traccia precisa alla musica e quindi alla vita.

Il libro è in vendita in tutte le librerie e anche on-line.







Post popolari in questo blog

Altro che "Fai rumore"!

La Cultura è intramontabile Photo aerea Simone Spada L'alba separa dalla luce l'ombra [...] Una cosa del genere, secondo me, fa più rumore, è un vero successo, è un vero spettacolo!  Vedere il sole che aspetta che tutti lo scrutino è una vittoria vera , perché, si impone con verità nel suo splendore massimo. Il bello è che un avvenimento del genere non è Sanremese cioè, l'alba non si vede solo da Sanremo ma in tutto il mondo; perciò, il nostro vanto è altro. Avere la bellezza a portata di mano come ad esempio lo splendore della pittura, della musica e dell'arte in genere, quindi di un vero talento per il quale investire le forze e ricreare l'umano che oggi sembra perso, non può essere ridotto a parole messe a casaccio figlie di un sentimento che appartiene a quello che ci piace sentire per non penetrare troppo la realtà sennò fa male, altro che rumore ! Per fare qualcosa nella vita bisogna addestrarsi, oggi va molto di moda addestrare gli animali...

Chi te l'ha detto?

Ha vinto tutto! Da parecchio tempo si parla di un personaggio. C'è chi dice che ha troppi anni, c'è chi sostiene che è stato sorpassato da molte vicende, altri ancora, invece,  sono così interessanti quando ne parlano che io l'ho visto passare! Vedendo alcuni luoghi che apparentemente sono l'immagine della sconfitta, ci viene un'amarezza molto forte. Ad esempio, passando da un carcere, sappiamo già tutto: lì dentro ci sono quelli che hanno commesso un reato, sono così, colì...potremmo discutere per ore in questo modo. Per non parlare di altri luoghi sino ad arrivare in famiglia quando si decide di alzare un muro non per ricavare un altro ambiente ma per costruire un vuoto, una solitudine senza senso, anelando ad un carcere non strutturale ma reale per il modo nel quale si imprigiona il cuore. Insomma, da tutto ciò che cosa ne esce? Esce fuori l'amarezza! Perché? Ogni volta che non si è leali, ogni qual volta non guardando realmente la realtà ci si m...

Erik Satie, Gymnopédies

Gymnopédie Quando ascoltai per la prima volta questo pezzo, mi suscitò subito una conoscenza, un "brano già sentito", un incontro fatto ma non definito.  Sto parlando della prima Gymnopédie del compositore francese Erik Satie. Dico prima, perché fa parte di un trittico musicale formato da altre due Gymnopédie che vanno a collocarsi alla fine dell'ottocento quando la tonalità comincia a stare un pò stretta ad alcuni compositori mentre per altri c'è la sete del nuovo, dell' insondato. Così come accade, per esempio, per l'esperienza dello shopping: non soddisfatti di ciò che si ha, si cerca un qualcosa di migliore o che possa portare una luce diversa alla quotidianità che sempre indossiamo, le Gymnopédies portano in sé una ricerca armonica, una novità. Questi tre pezzi sono stati apprezzati da un contemporaneo di Erik, parlo di Claude Debussy, che come altri compositori li trascrisse per orchestra (il primo e il terzo, invertendo l'ord...