Simone Spada compie i suoi studi presso il Conservatorio “G. Paisiello” di Taranto e il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma in collaborazione con la Cei. Ha conseguito i diplomi di Pianoforte, Musica Sacra e Liturgica e la laurea in Discipline Musicali. Ha al suo attivo pubblicazioni discografiche per pianoforte e per organo, pubblicazioni editoriali pianistiche e liturgiche. È docente di pianoforte e insegna nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
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Altro che "Fai rumore"!
La Cultura è intramontabile
Photo aerea Simone Spada
L'alba separa dalla luce l'ombra [...]
Una cosa del genere, secondo me, fa più rumore, è un vero successo, è un vero spettacolo!
Vedere il sole che aspetta che tutti lo scrutino è una vittoria vera, perché, si impone con verità nel suo splendore massimo. Il bello è che un avvenimento del genere non è Sanremese cioè, l'alba non si vede solo da Sanremo ma in tutto il mondo; perciò, il nostro vanto è altro. Avere la bellezza a portata di mano come ad esempio lo splendore della pittura, della musica e dell'arte in genere, quindi di un vero talento per il quale investire le forze e ricreare l'umano che oggi sembra perso, non può essere ridotto a parole messe a casaccio figlie di un sentimento che appartiene a quello che ci piace sentire per non penetrare troppo la realtà sennò fa male, altro che rumore! Per fare qualcosa nella vita bisogna addestrarsi, oggi va molto di moda addestrare gli animali e mi sembra che abbiamo perso il gusto di guardare e quindi di desiderare e penetrare il vero che non porta solo il successo ma la riuscita di qualcosa che sta nell'addestrarsi, cioè nello studio, nella ricerca e nella pazienza di imparare.
Credo sia chiaro per tutti noi il fatto che se abbiamo degli ingredienti possiamo fare cose grandi ma non bastano gli ingredienti...serve un incontro, una strada, una preparazione, il sudore e la passione, una storia, una tecnica, un percorso degno che ci sappia far conoscere e far fare i passi verso il vero.
Se guardiamo un capolavoro, godiamo di tutto ciò che ha caratterizzato quell'opera d'arte ma la goduria nel guardare alle volte ci fa omettere una cosa importante: la preparazione e la tecnica che c'è dietro, fattori che vengono conservati e impastati in anni di studio e perfezionamento.
La cultura può ripartire sin dalla tenera età senza barare, facendo impastare realmente il desiderio con il vero che c'è.
Francesco Paolo Tosti, personaggio di spicco di metà Ottocento, può essere il nostro Virgilio in questa riflessione in merito alla Cultura. Tosti è stato un compositore e cantante italiano che "forse ha consumato le sue scarpe ed è stato attratto da un vero rumore", quello che fa il cuore quando ti impone di seguire una strada e quindi di spenderti per la vita con dignità e preparazione per portare un contributo reale alla società.
La vita di Francesco Paolo è stata segnata da incontri, non sto qui a delineare i punti che tutti possiamo andare a leggere ma voglio porre alla vostra attenzione un incontro importante avvenuto con il poeta Gabriele D'Annunzio. Grazie all'amicizia con questo poeta, oggi abbiamo delle "canzoni" di Tosti che sembrano scritte per questo momento, erano per ieri e sicuramente saranno per domani, perché? perché sotto c'è un testo, un'armonia, una preparazione che si evince non da quattro note da dedicare alla "pischella" immaginaria ma c'è lo stesso scalpello o pennellata di Michelangelo come lo stesso pennello di van Gogh o la penna e la testa di Pavese... Insomma la cultura non si fa con poco, c'è un processo, così come dice il saggio don Gino Romanazzi, dietro alla cultura e all'arte.
Una delle romanze più belle che Tosti ha donato all'umanità è, secondo me: L'alba separa dalla luce l'ombra perché oltre al testo poetico di D'Annunzio c'è una musica che non è una "canzonetta" ma è una canzone per tutti, con delle peculiarità armoniche che con lo studio e la dedizione possono essere messe in pratica. Se andiamo a vedere la partitura notiamo subito che non è monotona, non è formata da accordi ripetuti noiosamente ma si evince un gusto semplice e particolare che non stanca, piace, è accattivante. L'accompagnamento ad andamento ternario contro quello binario affidato al canto fa sì che quelle parole risultino vere, mi piace dire che non tramontano, ecco perché oggi nel 2020 ne stiamo ancora parlando. Tutta la cultura e l'arte è caratterizzata da queste intramontabili verità! Quindi, Tosti...altro che Sanremo avrebbe vinto con le sue canzoni...
Un' altra canzone che possiamo attribuire a Tosti è Marechiare, su testo di Salvatore di Giacomo. Questo altro successo è vicino a noi anche se composto anch'esso nella seconda metà dell'Ottocento.
Vi propongo l'ascolto di questi due brani tratti da un concerto che ho tenuto con il mezzosoprano Lorena Zaccaria presso l'elegante salone degli specchi situato nel Comune di Taranto.
Ha vinto tutto! Da parecchio tempo si parla di un personaggio. C'è chi dice che ha troppi anni, c'è chi sostiene che è stato sorpassato da molte vicende, altri ancora, invece, sono così interessanti quando ne parlano che io l'ho visto passare! Vedendo alcuni luoghi che apparentemente sono l'immagine della sconfitta, ci viene un'amarezza molto forte. Ad esempio, passando da un carcere, sappiamo già tutto: lì dentro ci sono quelli che hanno commesso un reato, sono così, colì...potremmo discutere per ore in questo modo. Per non parlare di altri luoghi sino ad arrivare in famiglia quando si decide di alzare un muro non per ricavare un altro ambiente ma per costruire un vuoto, una solitudine senza senso, anelando ad un carcere non strutturale ma reale per il modo nel quale si imprigiona il cuore. Insomma, da tutto ciò che cosa ne esce? Esce fuori l'amarezza! Perché? Ogni volta che non si è leali, ogni qual volta non guardando realmente la realtà ci si m...
Gymnopédie Quando ascoltai per la prima volta questo pezzo, mi suscitò subito una conoscenza, un "brano già sentito", un incontro fatto ma non definito. Sto parlando della prima Gymnopédie del compositore francese Erik Satie. Dico prima, perché fa parte di un trittico musicale formato da altre due Gymnopédie che vanno a collocarsi alla fine dell'ottocento quando la tonalità comincia a stare un pò stretta ad alcuni compositori mentre per altri c'è la sete del nuovo, dell' insondato. Così come accade, per esempio, per l'esperienza dello shopping: non soddisfatti di ciò che si ha, si cerca un qualcosa di migliore o che possa portare una luce diversa alla quotidianità che sempre indossiamo, le Gymnopédies portano in sé una ricerca armonica, una novità. Questi tre pezzi sono stati apprezzati da un contemporaneo di Erik, parlo di Claude Debussy, che come altri compositori li trascrisse per orchestra (il primo e il terzo, invertendo l'ord...