Il più antico del sud Italia
Organo rinascimentale della Collegiata di Grottaglie (Ta) particolare della facciata con i due stemmi della famiglia Colonna |
Prof. Simone Spada organo rinascimentale della Collegiata di Grottaglie (Ta) |
In un borgo a pochi chilometri da Taranto, dove ad ogni angolo si può respirare il profumo della maiolica e del vino tanto da essere denominata la Città delle ceramiche o Città dell'uva, nella Murgia meridionale, sorge Grottaglie. In questo paesotto c'è un tesoro sonoro del quale andare fieri e non perdersi neanche un "soffio" della sua pregevole anima.
Oggi vi presento l'organo più antico del Sud Italia, l'Organo presente nella Collegiata di Grottaglie. Lo strumento è stato restaurato dalla Fabbrica Organara dei Fratelli Ruffatti di Padova nell'anno 2010, dieci anni fa, quindi ha visto la sua rinascita grazie alla sensibilità del parroco don Eligio Grimaldi e di esperti come Maria Gaeta Di Capua, Rosario Quaranta e Nunzio dello Iacovo, ognuno con le rispettive competenze e professionalità ha fatto sì che questo tesoro di arte organara venisse fuori dal buio.
Quindi, ritorna un refrain che a me piace molto: "Se non ci fosse stato qualcuno", sarebbe rimasto muto in tutto il suo splendore. Sì, perché, il problema di ciò che accade, in tutte le cose, secondo me, non è il valore, perché questo si impone agli occhi, è inevitabilmente, c'è! La differenza la fa l'uomo, che attraverso il cuore riesce ad arrivare al cuore; per mezzo dei talenti messi in gioco, si attiva una società migliore. Ecco perché si dovrebbe ripartire sempre dalla cultura, proprio per il fatto che di fronte alla Bellezza non si può barare ma si può solamente arare il quotidiano, riqualificare il posto dove si è, circondati da tesori umani e artistici.
Ritorniamo al nostro gioiello dopo questa breve chiosa. L'organo rinascimentale di Grottaglie è il più anziano, ce lo dicono i rinvenimenti e lo studio fatto dagli esperti. Forse sarebbe il secondo in Italia dopo quello presente in San Petronio a Bologna. Non ci deve ingannare la data che campeggia sulla cantoria, la quale riporta a grandi numeri l'anno 1587 ma questa si riferisce al restauro di quest'ultima e dell'organo fatto da Orfeo De Torres. Ciò che ci fa capire che questo bene musicale è molto antico sono vari fattori come alcune canne originali di flauto conico di scuola nordica ma non solo. La cassa presenta due stemmi che si riferiscono ai due Arcivescovi della famiglia Colonna (1544 - 1568) emersi dopo il restauro come anche materiali risalenti alla fine del Quattrocento. Insomma, documenti storici presenti nell'Archivio Capitolare (Polizze del 1501 e del 1587, Visita pastorale di Mons. Lelio Brancaccio del 1577 e Conclusioni Capitolari) che ci fanno capire che sia stato costruito su elementi di un organo precedente.
Il restauro è stato effettuato sotto la direzione della Soprintendenza ai Beni Storici-Artistici-Etnoantropologici della Puglia, sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana, dall'ufficio Beni Culturali della Curia di Taranto e dalla Parrocchia.
Tastiera scavezza di 45 note e pedaliera di otto note |
Registri a pomello |
Lo strumento è formato da una tastiera di quarantacinque tasti (Do1 -Do5) con la prima ottava scavezza. I tasti diatonici sono ricoperti in legno di bosso con i frontalini scolpiti, i tasti cromatici sono in noce e dipinti in nero. La pedaliera è a leggio formata da otto note. I registri sono a pomello e sono otto. Una delle caratteristiche di questo strumento sono gli "effetti speciali" che all'epoca erano in voga come l'uccelliera e il tremolo. La manticeria è a libro, può essere azionata manualmente oltre che dal motore come oggi è consuetudine, naturalmente. Complessivamente lo strumento è formato da 360 canne e la sua accordatura è la Mesotonica caratteristica del cinquecento.
Ho avuto il piacere di tenere un concerto su questo strumento davvero unico e speciale. Vi propongo una sonata di Baldassare Galuppi, eseguita per l'occasione.
Le foto che potete ammirare sono state scattate dal fotografo Arturo Russo in occasione del recital organistico su citato.
Autografando il concerto |
Il Parroco don Eligio Grimaldi che mi omaggia della pubblicazione della Collegiata |
da sinistra il Parroco don Eligio Grimaldi, il Prof. Nunzio Dello Iacovo e il Prof. Rosario Quaranta ringraziamenti di fine concerto |
particolare della cantoria |