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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Con lo sguardo di un bambino

Attraverso quella posta "Attraverso quella posta si apre quella porta." Oggi voglio condividere con voi un particolare di un film che non conoscevo prima di qualche giorno fa. Il Postino, l'ultimo successo di Massimo Troisi risalente al 1994, uno di quei film che quando lo vedi non puoi che commuoverti. La semplicità del protagonista è la chiave di volta per ogni situazione che si colora del quotidiano. Mi colpisce che nell'incalzare della sua ricerca del lavoro forse rassegnata e sfaticata,   il protagonista Mario Ruoppolo,  si ritrova in una trama di rapporti che lo portano a conoscere un poeta, Pablo Neruda. Mario vive in un'isola del sud Italia dove le giornate si dipanano lentamente come le reti dei pescatori che su quell'isola avevano solamente quella grande attesa e risorsa economica, la pesca. Mario si ritrova a fare il postino di questo perfetto sconosciuto (per lui) il poeta Neruda che si trova su quell'isola in asilo politico. Da ...

Chiamato per nome...è un'altra cosa!

Ciao Simone! Vi è mai capitato di sentirvi chiamati per nome? è una esperienza che non ha pari! Quando ad un certo punto senti che un altro si rivolge esclamando il tuo nome è come se tutta la persona rinascesse.  L'altra mattina mi sono recato nel centro della Città, l'intento era quello di portare a termine delle commissioni ma ad un certo punto ho incontrato un amico che non pensavo di trovare e che era da molto tempo che non vedevo. Anche lui si trovava in quel punto della Città per il suo lavoro, è un organaro, un artigiano che costruisce e cura la manutenzione di organi a canne. E' stato bello incontrarlo soprattutto perché mi sono sentito chiamare per nome. Salvatore è una persona gentile e che sa far passare il suo amore per il lavoro che svolge e che non è facile incontrare perché è Calabrese ma si sposta continuamente per lavoro. Mi sono sentito chiamare e questo è stato il punto di partenza della giornata. Chiamato, perché un giorno ci siamo conosciu...

Te lo racconto

Ascoltando...si apre la disponibilità Mi racconti come... Mi dici come... Ho bisogno di ascoltarti... La vita dell'uomo è caratterizzata dal vedere e dall'ascoltare, due specifici fattori che non indicano una incompletezza ma una pienezza per sentirsi amati. A tutti è capitato di sentirsi raccontare ma soprattutto di chiedere: me lo racconti? oppure l'esperienza più comune di un'affermazione: Te lo racconto! Partendo da questa esclamazione ci disarmiamo come niente, perché, sentendo una cosa così, siamo come quando il sole ci invade il campo visivo, accecati dalla presenza dell'altro che può anche darci noia ma se guardiamo con il cuore, ci sentiamo preferiti.  Un giorno mentre passeggiavo sentii un nonno che diceva ad un bambino: te lo racconto! vidi subito gli occhi del bambino spalancarsi come se stesse uscendo in quel momento dal grembo della madre. La disponibilità di raccontare non è un mettere fuori tutto ciò che si ha nel guardaroba de...

Lo chiamano pazzo, ma forse...

O un Profeta o un Pazzo In ogni tempo della storia c'è stato sempre qualcuno che ha visto lungo, ha parlato saggiamente o ha dato tutto se stesso per una causa. Questo avviene se ci accorgiamo della realtà, se guardiamo i fattori che compongono ogni pezzo delle giornate. Possiamo fare una lunga carrellata di nomi che per un verso o per un altro hanno dato un'identità ad una sfaccettatura storica, ad un periodo quindi ad un qualcosa che arde nell'umano. In questi giorni nei quali siamo ancora di più centrati su un problema quale è il COVID-19 nella sua "gloriosa" fase 2, mi vengono in mente dei nomi che con questa epidemia non hanno niente a che fare ma che grazie alla sua richiesta di interiorità, mi fa meditare su alcuni aspetti di vite o di accaduti nella storia musicale o scientifica che in un certo senso mi portano a ricollegare i fili di questi giorni densi e pieni di significato, una sfida insomma. Penso alla figura di Robert Schumann, un co...