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Lo chiamano pazzo, ma forse...

O un Profeta o un Pazzo


In ogni tempo della storia c'è stato sempre qualcuno che ha visto lungo, ha parlato saggiamente o ha dato tutto se stesso per una causa. Questo avviene se ci accorgiamo della realtà, se guardiamo i fattori che compongono ogni pezzo delle giornate.
Possiamo fare una lunga carrellata di nomi che per un verso o per un altro hanno dato un'identità ad una sfaccettatura storica, ad un periodo quindi ad un qualcosa che arde nell'umano.

In questi giorni nei quali siamo ancora di più centrati su un problema quale è il COVID-19 nella sua "gloriosa" fase 2, mi vengono in mente dei nomi che con questa epidemia non hanno niente a che fare ma che grazie alla sua richiesta di interiorità, mi fa meditare su alcuni aspetti di vite o di accaduti nella storia musicale o scientifica che in un certo senso mi portano a ricollegare i fili di questi giorni densi e pieni di significato, una sfida insomma.
Penso alla figura di Robert Schumann, un compositore che grazie al Romanticismo ottocentesco, nonostante le difficoltà intrinseche ed estrinseche ha lasciato dei capolavori che non l'hanno seppellito ma reso immortale. Un altro nome che però non è un musicista ma che rientra nella nostra chiacchierata, è la figura ottocentesca del dottor Ignaz Semmelweis che per la sua intuizione o scoperta in merito alle morti dilaganti di febbre puerperale aveva consigliato semplicemente di lavare le mani con il cloro. Credo che di esempi e casi umani dei quali si può testimoniare una "trovata" o una scoperta in merito a qualcosa che attanaglia l'umanità, penso ce ne siano un bel po'. Tutti fatti che da soli non dicono nulla se non la cronaca di un'epoca o la mente intelligente di uomini ma che se letti con spirito critico vediamo come tutto si riconduce ad un bene.
Stiamo sentendo che è meglio uscire senza guanti perché questi possono essere un accumulo più stagnante dei microbi a meno che non si lavori in ospedale e quindi il discorso è diverso; quindi è meglio lavarsi spesso le mani e igienizzarle ogni volta che si tocca qualcosa. Semmelweis aveva ragione eppure molti professori dell'epoca lo ritenevano banale o inutile riguardo a questa esortazione.
Robert Schumann, compositore tedesco, la cui vita è stata una giostra come tutte le vite, è riuscito a dare dei segni attraverso le sue opere compositive che sono giunti sino a noi e che dubito svaniranno, come il lavare le mani che diventa sempre più necessario!
Lo chiamavano pazzo, sì impazzì, sicuramente ebbe dei problemi di salute ma se leggiamo come è stato contrastato sin dalle scelte più semplici sino a quelle più impegnative, possiamo notare che è stato un compositore che ha dato tutto per la musica e l'umanità. Come sempre, vi invito a leggere e ad approfondire, non è questo lo spirito del mio blog ma attenzione: c'è tanto da scoprire! Partendo da oggi, dal quotidiano vedremo che la storia non è vero che non cambia, si evolve ma è unita dalla bellezza dell'umano che si cela in ogni situazione. 

Vi propongo l'ascolto di un estratto da un concerto che tenni all'età di ventuno anni, nel quale proposi al pubblico dall' op. 12 di Schumann, i Phantasiestucke, il celebre Aufschwung (slancio). Da questo pezzo, che rientra in un'opera per pianoforte che ha dei titoli ben precisi, vediamo come il compositore parta dall'idea dell'improvvisazione per approdare a qualcosa di scritto che ci fa conoscere il suo io.
Buon ascolto!



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