..."Questo 2020 è stata un'annata di quelle"...
In questi ultimi giorni dell'anno del COVID-19 ne stiamo sentendo, pensando e dicendo di tutti i colori!
Cosa è accaduto di straordinario per cui possiamo dire grazie per i giorni che abbiamo vissuto?
Non può essere possibile un anno senza aver sentito vibrare il cuore.
La pandemia è evidente, la stiamo vivendo, fronteggiando ma non è l'unica cosa che ha caratterizzato le giornate. Sono nati i fiori in primavera, sono sbocciate le ragazze diventando donne, abbiamo avuto l'aria mite che annunciava l'estate, le lauree di coloro che aspettavano questo sospirato traguardo discutendo le tesi nel soggiorno di casa con il pantalone del pigiama la camicia e la cravatta, le maturità alternative ma sempre valide e piene di centini, bimbi e bimbe hanno fatto sentire i loro primi vagiti nelle sale parto dei vari ospedali (che non sono caratterizzati solamente dalla emergenza sanitaria), le feste e gli anniversari che parlano di una vita vissuta nella fedeltà e nella pienezza dell'esistenza, la scuola che nella sua molteplicità ha fatto esplodere le chat di genitori e docenti ma tra una DAD e una DID si è giunti alla fine dell'anno e si è incominciato un nuovo anno scolastico. Non sono mancati i selfie con le mascherine e gli audaci increduli con le quotidiane abitudini...
Insomma, un umano che non cambia e proprio per questo c'è bisogno di essere ridestati dal profondo, quel cuore che è capace di superare il confine pandemico e che implora il massimo per ogni giorno vissuto.
Le condizioni avverse ci saranno sempre come sempre ci sono state. Non è una scusa che ci salva cioè che ci tira fuori dal nulla o dalla disperazione ma è un accorgersi che oltre il buio c'è una luce come quella che vediamo ogni volta che ci alziamo al mattino, così gratuita e meravigliosa, come quella novità che ti accade e non ci fai caso o non la scorgi perché ne desideravi un' altra.
NON SIAMO SOLI ed è proprio per questo che ogni giorno è un gran giorno, è quella opportunità per dire grazie e accorgersi che tutto è dato!
Condivido qui di seguito una mia esecuzione di una delle sonate più importanti e difficili di Beethoven, la Sonata n° 23 op. 57 che incisi dieci anni fa in concomitanza della Laurea (in presenza) di pianoforte. Ho scelto questa sonata perché sancisce una svolta del linguaggio beethoveniano un pò come quello che stiamo vivendo, un cambio di epoca, di linguaggi. Fino a qualche mese fa non potevamo mai pensare di usare in ogni minuto l'igienizzante per mani per non parlare del "distanziamento sociale", così come nell'800 ascoltando sonorità e armonie come quella della sonata in oggetto si cominciò a capire che stava avvenendo un cambio d'epoca.
Una meraviglia questa vita, una straordinaria pienezza ogni giorno ricco di fatti e volti.
Buon anno a tutti!
P.s. io quest'anno sono felice di più...sono diventato papà!