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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

L'inquietudine della Passione

Siamo disposti ad andare a piedi? Nella mia vita musicale caratterizzata dallo studio, dall'insegnamento, dal guardare e ascoltare, ho riconosciuto sempre il desiderio dal quale è nato tutto. Non c'è ora del quotidiano nella quale non possa dire di desiderare con passione. Grazie ad una inquietudine, conosco; è grazie a questa forma di vita nella vita che riesco ad amare. Addentrandomi in un aspetto non poco significativo della vita di un compositore barocco, mi sono rasserenato, perché questo uomo di nome J.S.Bach ha sviluppato all'ennesima potenza questa inquietudine. Ricordo, studiando un trattato, un particolare non indifferente di Bach: percorse a piedi molti chilometri per andare ad ascoltare organisti più anziani. Diremmo oggi, in un contesto scolastico: si aggiornava! Secondo me non si tratta però di un aggiornamento, si tratta di PASSIONE.  Cos'è questa passione? Passione secondo me vuol dire non avere tempo, cioè, il tempo che ho a disposizi...

Non è sempre notte!

I Notturni Cosa attrae di più l'attenzione dell'uomo?  Mi sorge la domanda pensando ai Notturni di Chopin. Fryderyk Chopin è stato il compositore che ha fatto "cantare" il pianoforte. Molti l'hanno denominato il poeta del pianoforte proprio perché le sue opere hanno quel piglio così coinvolgente, che il cuore non può che vibrare. Il termine notturno ha avuto significati diversi secondo le varie epoche. Era già in voga nel XVII secolo in Italia e in Germania, erano pezzi eseguiti all'aperto. Sarà un compositore irlandese, John Field a portare questa forma sul pianoforte. I suoi notturni hanno uno schema prestabilito, cominciano a raccontare qualcosa ma la forma del notturno trova il suo apice con Chopin. Fryderyc si occuperà di far maturare il lavoro fatto da Field, lo fa rinascere e germogliare. Se vogliamo fare un paragone con la stagione che da pochi giorni caratterizza il nostro tempo, Chopin crea una primavera musicale per questa forma...

La Cattedrale "non è sommersa"!

La Cathédrale engloutie Dopo essere stati in compagnia di Satie, oggi vi presento Claude Debussy, un compositore anch'egli francese  che ha preso in considerazione il simbolismo musicale colpito dalla musica di Satie. Infatti, come nelle Quatre Ogives si mettevano in luce alcuni aspetti: le finestre, il canto piano ecc.., ora con questo preludio possiamo notare che questi aspetti soprattutto il canto gregoriano, vengono ripresi e portati all'ennesima potenza, forse è il caso di dire: vengono fatti emergere. I Preludi di Debussy sono compresi in due libri e ogni pezzo non ha un titolo se non alla fine del brano perché Claude non vuole distogliere l'ascoltatore o l'esecutore da ciò che quelle note possono evocare. Inserendo un titolo alla fine, vuole creare una prosecuzione di ciò che si è ascoltato, vuole lasciare chi ascolta libero ma dandogli una proiezione. Ho scelto di proporvi questo preludio perché oltre a creare un collegamento con ciò che vi ho racc...

Guardando quelle finestre

Quatre Ogives "Mi piace" quando qualcuno, guardando, viene attratto da qualcosa, perché è proprio quel momento che segna l'inizio di una nuova era! Penso che per ogni uomo che riesca a produrre qualcosa di interessante, prima ci sia stato sicuramente uno scontro, una accensione della pupilla. Credo sia il caso di parlarvi delle Quatre Ogives di Erik Satie per pianoforte. Siamo sempre in Francia alla fine dell'ottocento, due anni prima della composizione delle tre Gymnopediés con le quali abbiamo cominciato questo nostro raccontarci. Erik compone questi quattro quadri perché colpito dalle bifore e trifore di Notre Dame, le finestre della Cattedrale Parigina che oggi implora più di uno sguardo; questo monumento francese ha sempre avuto sguardi stupiti, continua a stupire e forse a far porre più di qualche domanda... Il nostro Satie che ho avuto il piacere di invitare ad apertura di questo blog non è da meno di altri compositori dell...

Erik Satie, Gymnopédies

Gymnopédie Quando ascoltai per la prima volta questo pezzo, mi suscitò subito una conoscenza, un "brano già sentito", un incontro fatto ma non definito.  Sto parlando della prima Gymnopédie del compositore francese Erik Satie. Dico prima, perché fa parte di un trittico musicale formato da altre due Gymnopédie che vanno a collocarsi alla fine dell'ottocento quando la tonalità comincia a stare un pò stretta ad alcuni compositori mentre per altri c'è la sete del nuovo, dell' insondato. Così come accade, per esempio, per l'esperienza dello shopping: non soddisfatti di ciò che si ha, si cerca un qualcosa di migliore o che possa portare una luce diversa alla quotidianità che sempre indossiamo, le Gymnopédies portano in sé una ricerca armonica, una novità. Questi tre pezzi sono stati apprezzati da un contemporaneo di Erik, parlo di Claude Debussy, che come altri compositori li trascrisse per orchestra (il primo e il terzo, invertendo l'ord...

Mi presento!

Ciao! Sono Simone Spada, ho 33 anni e sono felicemente sposato. Attraverso questo blog voglio condividere con te la mia professione e la passione per la vita. Insegno nella scuola secondaria di secondo grado, sono un pianista e organista tarantino,mi occupo anche di musica sacra e liturgica. Gusto attraverso l'arte ogni particolare del quotidiano. Condividerò su questa piattaforma: articoli, video, foto e pensieri così da creare non un diario di bordo né una vetrina ma una rete di tutto ciò che può essere bello e interessante per approdare nel porto di ogni visitatore.